venerdì 23 marzo 2012

……… Nel Archivio della mia coscienza ….


Questa notte non dormo, e vedo che poi si è già fatto giorno un sole che sorge e ti invita a vedere con gli occhi tutto il colore della vita che esplode impetuoso …

Nel archivio della mia coscienza,
questa impossibile sorella, che  ho,  la mia sposa novella, arcigna nemica gloriosa eroina, questa sconosciuta, quella che si posa con me sul guanciale, ogni sera, quella che poi non puoi mandare via con un soffio, quella che cerchi impellente anche con l’affanno.

È inutile chiudere gli occhi, è inutile combatterla, la amo? … forse, la odio ? non so …

Cerco quella foto, che so c’è forse, era quella che feci, una delle tante che conservo in quel archivio che oggi rivedo, era quella macchina, a gettoni che trovavi sotto i sotto passaggi; e si … è li   che la scattò imprimendo per sempre quel mio volto.
Il volto della mia anima, una macchina oggi obsoleta, tolta dalla strada stessa, che la ospitava, con quella sua tendina nera …che tutto poi arginava dal caos giornaliero e dalla notte ovattata che si estendeva.

Stringo i pugni, o forse vorrei solo quello tenerla  qua… ora, quella mano, quella  che oggi non posso più nemmeno vedere, quella che volevo, io … ho  voglio solo  stringerla, ora… nella mia mente eppure oggi è diversa da quella che era ieri, da quella che è oggi.. da quella che era un ora fa.

Ecco, eppure la cerco, come la scaccio,
pensare aiuta a non sentirsi morti, …
è forse una sorella ? Non la sento tale, e poi se fosse la mia sposa ? Cosa le posso donare quello che sono ?
 Interrogativi inutili, heh , …già, arriva il giorno e si dissipa anche quel lume di resistenza  che tutto avvolgeva.
…La mia sposa, ho sorella, che so… non sono poi così lucido per capire che cosa sia questa mia coscienza, moglie fedele come sorella di sangue?
Spesso mi parla, si lo so; lo dice spesso ; sei salvo …. Ma non so da chi… e da cosa …. !

Se l’avessi in una tasca che so, di un giubbetto, di un pantalone …. Ma non so nemmeno rubare, e No, non è nemmeno in quel sacco che furtivo poi nel buio che si dissipa …voglio portare via, con me .

Dove trovarla poi, non c’è nemmeno in uno starnuto per quanto esso sia veloce come impetuoso, e sia mai poi in quella febbre che tanto mina,  anima e il corpo.
Nemmeno quella malattia poi, ti fa capire che possa apparire   come tale, non c’è …come so, che è li a diagnosticare anche il più piccolo rugoloso filo di fiato emesso.

Cerchi anche con il girare dei pollici il senso di questa coscienza che c’è e non c’è, quel perché poi appaia in una foto, e non esiste, e non la si possa vedere nel vento, quello che sai ti accarezza, e ti schiaffeggia.

Rimane la ricerca di quella moglie/ marito che sia, di quella sorella/fratello, di quel Malato ho di quel Santo.
Una dignità sporca, quella mia… almeno, quella che poi cerco di ripulire dal lordure che vedo dentro, che mi chiude ogni via di fuga, e non posso poi dire il falso; mi nutre da sempre!

Un tormento senza via d’uscita, che ha fame, di me stesso …  e che nutro ogni attimo fagocitando quello che più gli piace, e quello che manda giù nolente,  storcendo e digrignando poi denti e bocca !

Chi lo sa se questa è la coscienza che cerco; da sempre quella che bestemmia, quella che poi sgrana il rosario, quella che si gloria, quella che vive per la propria patria potestà!

Non so se sia un demone ho un angelo, non so spigare ne tradurla come basta dire sia ed è amore e musica e non serve poi dire che siamo diversi, nella stessa diversità Uomo Donna razza fede credo ….

La parola Amore è la rosa dei venti è la stele di “rosetta”
La parola coscienza cosa rimane ?  
…. Un archivio questo ….
Un archivio della mia coscienza.

2 commenti:

  1. bellissimo e stupendo come sei tu.. grazie Flò di essere così... non ci sono altre parole. ciaoo.
    mary

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  2. Ti ringrazio; Mary ...
    è solo un puntino e se poi fosse una luce non sarebbe poi tanto potente, da illuminare chi per primo, in prima persona scrive.
    Sono riflessioni, ho forse condanne, la mia prima,la mia condanna, solo la mia Mary!
    Un archivio di una coscienza, sudata, direi matida di quel che non sa se è poi grasso ho addirittura, veleno allo stato naturale.
    Ho solo, direi sto solo rispondendo a me stesso a quella "Entità" che mi sono accorto, vive, vuole, e mi conosce, più di quanto possa poi immaginare, come hai letto, e come leggerai poi.
    Un cammino che faccio per non scordarmi, chi poi non potrei mai cambiare.
    Grazie ancora Mary ...

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